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“We don’t need no education”(?), un altro mattone nel muro delle politiche linden per Educational e no Profit

…. ma anche, vedi dopo il pezzo gossip, una piccola proposta di metodologia di insegnamento che parta da SL…

 

Che se ne fa la Linden dell'educational e del noprofit?

 

Sono rientrato poco fa a casa pensando di scrivere questo articolo sull’educational in SL, quando ho scoperto che dopo 4 giorni dal post sconcertante sull’annullamento degli sconti per enti educational e no profit (http://blogs.secondlife.com/community/land/blog/2010/10/04/two-important-updates-on-2011-land-pricing) con validità a partire dal 1 gennaio 2011, la Linden ha spedito in forma privata (una email) una sorta di “correzione di rotta” dicendo che gli enti educational possono rinnovare “anticipatamente” il loro contratto conservando gli sconti fino a 2 anni (http://pastebin.com/kYvWRLNV) , notizia estratta dalla mailing list SLED degli educatori in secondlife. (Cfr anche il post “preoccupato” di Tateru: http://dwellonit.taterunino.net/2010/10/08/linden-lab-seeks-to-retain-non-profitseducation-customers-with-short-term-lock-in/)

La Linden ha cambiato idea bruscamente? Non credo proprio, perchè in questo modo si assicura un abbonamento scontato di due anni pagato anticipatamente dalle maggiori istituzioni universitarie. Oltre al fatto che si sa (è solo un rumor?) che negli anni passati sono stati concessi sconti molto forti ai cosiddetti “Land Barons” con l’equivoco e quasi mafioso accordo sottobanco definito progetto “Atlas” (http://secondlifesecondchance.blogspot.com/2010/06/atlas-program-finally-name-to-linden.html) nel quale si affittavano sottocosto e al di fuori del mercato ufficiale grossi lotti di sim per “gonfiare” le statistiche di compravendita immobiliare. Quindi è possibile che alcune università ed enti abbiano contratti molto più vantaggiosi e nascosti di quelli pubblicati dal loro sito. Della serie: “tutto alla luce del sole” 😦

(fine del gossip)

Ma non è di questo che volevo parlare, è fin troppo facile in questi ultimi anni sparlare di SecondLife, mentre invece la mia idea di informazione è di discutere in modo positivo come queste tecnologie 3D possano essere utilizzate da scuole, università enti non profit per fare corsi, meeting, riunioni (questo è in effetti il motivo principale per cui a suo tempo nel 2007 ero entrato in SL).

Per la mia esperienza, unire il web, mondi virtuali e condivisione dello schermo è un sistema unico che consente ad un gruppo (sfortunatamente ancora relativamente ristretto) di persone di condividere una esperienza di scambio di conoscenze, di insegnamento propriamente detto e di lavoro collettivo. Il sistema di teleconferencing solo voce (es. skype) o solo chat (es. irc) o anche nel merito solo SecondLife, si sta rivelando nel complesso insufficiente per un educatore. Avendo avuto esperienze dirette di insegnamento con Skype, con e-lluminate, con moodle etc, posso sicuramente dire che il rischio principale sia quello di “farsi assorbire dallo strumento”.

 

 

Complessità inutile

 

Il mezzo tende a diventare il fine per cui si perde più tempo a lavorare sullo strumento (imparare moodle, imparare photoshop, powerpoint, secondlife, fare video, etc) piuttosto che avere una esperienza di insegnamento costruttiva ed efficiente. Gli stessi allievi devono imparare una moltitudine di “gerghi”, di azioni predefinite contro-intuitive di formalismo e burocrazia che valgono lo spazio di una lezione o due. Sempre più spesso mi trovo a vedere corsi che servono per “seguire corsi”, per imparare l’abc espressivo di una modalità di eLearning. Oppure ancora più infelicemente, come nel caso di SL, si perde tempo preziosissimo nel “gossip” che circonda questo mondo virtuale, evidentemente più interessato a oziare come Oscar Wilde (dalla famosa frase del Ritratto di Dorian Gray: There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about usata spesso per dire che parlare male di qc è equivalente a farle pubblicità)…

Ma torniamo a noi, a mio avviso una metodologia di eLearning perchè sia efficace deve essere

  • Immediata da usare (non richiedere mesi di esercizio e/o di formazione) specie se questo sforzo è destinato ad essere reso obsoleto nel giro di pochi mesi
  • Non legata ad uno specifico mezzo tecnologico (e quindi resistente alla possibile scomparsa o aumento improvviso di prezzo dello strumento)
  • Variegata ed interessante.

Se analizziamo SecondLife da questo punto di vista appare che non è adatta, almeno nella forma in cui molti cercano di utilizzarla perchè richiede investimenti finanziari non indifferenti, e anche l’alternativa OpenSim, che pure appare potenzialmente preferibile soffre dell’elemento di ulteriore complessità (gli script non funzionano, le sim si spengono sul più bello, il voice non funziona…). Anche moodle e sloodle hanno una soglia di accostamento abbastanza dolorosa, seppure nel caso di moodle siamo di fronte ad una sorta di standard “de facto” per cui l’investimento potrebbe essere motivato dal fatto che è improbabile che moodle sparisca dalla scena nel giro di qualche mese e comunque manterrà una struttura uniforme e consistente.

Quale potrebbe allora essere una “ricetta” praticabile?

 

Una ricetta praticabile?

 

Se riduciamo le nostre pretese ed accettiamo il fatto che una “classe” virtuale funziona al meglio quando le persone che partecipano sono in un numero limitato (non più di dieci probabilmente), allora gli strumenti che abbiamo a disposizione sono sufficienti per realizzare delle esperienze ricche e produttive.

Utilizzeremo SecondLife (o OpenSim) per raccogliere le persone in uno spazio visuale tridimensionale, dando la possibilità alle persone di costruirsi un minimo di identità personale, con una piccola guida che spiega come farsi un avatar minimale e come esprimersi con poche cose (abiti, abbigliamento, pelle). Su SecondLife è più semplice da costruire perchè il mondo virtuale è “maturo” e si possono trovare facilmente abiti, skin capelli, su OpenSim potrebbe essere un pochino più complicato. Nel caso possiamo fare una lezione introduttiva in cui si spiega in molta sintesi come costruirsi semplici magliette e pantaloni e colorarsi la pelle. Questo è quello che riesce meglio in SL.

L’insegnante può costruirsi una semplice aula di lezione ma basta anche semplicemente un tavolo con delle sedie o dei cubi per sedersi. Ce ne sono molte di gratuite disponibili a zero L$ sul marketplace di SL, ma chiedendo in giro è possibile dotarsi di una classe dignitosa senza spendere un centesimo… Ci sono persone in SL che raccolgono questo genere di oggetti, basta chiedere. Di molto effetto sono i cosiddetti tavoli con sedie automatiche, disponibili con alcuni strumenti a pagamento tipo Mystitool (circa 500L$) ma con alcune soluzioni gratuite… Io ne avevo costruito una versione.

Utilizzeremo invece altri strumenti affiancati a SecondLife per l’interattività. L’uso di strumenti Web è particolarmente espressivo perchè con le nuove versioni del “browser” di secondlife è possibile condividere una finestra web con la propria classe, utile per mostrare pagine web documenti, manifesti e per far fare esercizi. L’interattività, purtroppo è un po’ limitata perchè non si può essere sicuri di cosa vedono gli altri. Molti scelgono di utilizzare di visualizzatori di diapositive in SL, con frecce e marcatori. Il problema qui è che è macchinoso costruire le diapositive e soprattutto è costoso importarle in SL (vero che costano solo 10 linden, ma una presentazione di 60 diapositive costerebbe 600 linden, equivalenti a circa 2 euro, nulla di caro, ma comunque disturbante.

Io ho recentemente optato per una condivisione dello schermo che si ottiene con strumenti tipo dimdim, ma ancora meglio con TeamViewer che consente di condividere una presentazione facendo vedere agli studenti o collaboratori esattamente quello che vedete voi. Team Viewer da quello che ho visto non funziona benissimo con un numero alto di studenti e ricordiamo che la velocità di banda può sempre essere un problema rendendo la lezione imbarazzante, ma nel complesso si sta rivelando uno strumento completo (e supportante anche Linux e MacOSX). Avevo provato con notevole successo eLlluminate, finchè non è diventato a pagamento a prezzi un poco altini circa 50 $ al mese  (ma per coordinare fino a 3 persone è gratuita: http://www.learncentral.org/user/vroomreg).

Ovviamente dipende tutto anche dal tipo di lezione che dovete fare, se dovete fare una lezione teorica, di esperimento sociale o di attività di acquisizione skill manuali. Nel caso di lezione teorica l’uso di diapositive e della voice + chat in SL è più che sufficiente. Se dovete fare esperimenti o simulazioni sociali è utile che vi procuriate dei tool SL che consentano di creare dei livelli di realtà non confrontabile con il piattume di un sito web o di una conversazione skype. Se dovete fare una attività per aumentare gli skill delle persone allora è conveniente che produciate dei video youtube che le persone possano studiarsi liberamente offline e durante le lezioni assistete semplicemente le persone ad individuare i video per metterli in pratica nella loro situazione reale o in laboratori veri che sono però disponibili in RL.

Senza voler dire che l’attività di eLearning possa sostituire integralmente l’insegnamento “de visu” e tantomeno che SL sia essenziale in questo, ritengo che possa però essere utilizzata in modo complementare a corsi effettivi potendo costituire anche il 70/80% delle attività di un corso vero. NB: se le persone che partecipano ad un corso virtuale hanno la possibilità di conoscersi anche “realmente” l’efficacia del corso e delle relazioni esperienziali che si vengono a creare aumenta in maniera sinergica e significativa. L’ideale sarebbe che le persone PRIMA di iniziare un corso virtuale abbiano la possibilità di conoscersi realmente in una lezione di kick-off. Successivamente si può proseguire in modo virtuale, facendo in modo però che vi siano dei contatti fisici di tanto in tanto per verificare che la comunicazione non diverga o non si annacqui (e anche la motivazione individuale).

Ci sono tuttavia dei corsi/incontri  che per loro natura possono avvenire solo virtualmente. A volte capita per necessità (studenti che abitano fisicamente molto lontani), oppure persone che lavorano tutto il giorno e che la sera possono accendere il pc ma non possono permettersi di viaggiare per andare in un’aula. In questi casi il rapporto esclusivamente virtuale riduce la quantità e la qualità di informazioni che possono passare (con le solite eccezioni di persone particolarmente motivate e geniali), per cui è pensabile che la resa sia molto più bassa e possa ridursi sotto il 50%. La gente rischia alla lunga di annoiarsi e di non riuscire a cogliere in maniera adeguata i contenuti. In questi casi a mio avviso è opportuno semplificare il messaggio il più possibile a costo di ridurre o di superficializzare l’argomento. Bisogna però stimolare l’attività autodidatta delle persone: il corso serve per dare il “la” alle persone e/o per sbloccare persone che nel loro cammino didattico si trovino bloccate su specifici argomenti.

 

Dilettante

 

Disclaimer:

Non sono un insegnante in RL, e pur avendo avuto diverse esperienze di insegnamento virtuale in SL, OpenSim (e avere utilizzato in maniera anche approfondita strumenti di eLearning come Moodle), mi ritengo un “amatore” nel senso della parola inglese. Questo contributo credo che possa servire come comunicazione di una esperienza personale ed umana senza nessuna intenzione di insegnare ai veri insegnanti cosa fare e come dovrebbero farlo. Il mio impegno nella realtà educational e didattica è strettamente volontario e hobbystico quindi senza impegnarmi in modo costante ed approfondito in questa attività.

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