Archivio

Archive for the ‘Virtual Worlds Projects’ Category

Una Business Card di nuova concezione.

Ho incontrato Cameleon Lethecus quasi per caso, e, come già altre volte in passato, ci siamo incontrati per parlare di sue nuove iniziative. Stavolta quello che mi mostra è qualcosa che può essere anche un’utile strumento di business o di promozione: la “BYB Business Card”. Questa card, una sorta di biglietto da visita tecnologico, è da lui definita il segreto finora meglio custodito di Second Life, ora che ha deciso di divulgare questa sua invenzione e di cederne la proprietà  a chi ne fosse interessato. La Card è la presentazione del proprio business o della propria attività, a qualcuno che incontrate per la prima volta. E’ un oggetto che, indossato, vi dà tutte le informazioni che vi servono sulla specifica attività volete pubblicizzare: una Landmark, la possibilità di inviare un messaggio tramite la chat locale, o la possibilità di vedere l’online status dell’interlocutore, pur senza esserne amico. Cameleon è un entusiasta, riporto quindi volentieri questa informazione, per chiunque fosse interessato alla sua invenzione, prima che lasci definitivamente Second Life.

La donna dei libri: volando Amat

Volando Amat è una persona che dei libri ha sempre avuto grande cura e passione, nella sua vita quotidiana sono per lei dei compagni insostituibili. E’ questo il motivo per cui, in Second Life, il suo nome è legato a iniziative editoriali che, prima con la stamperia “Il Faro”, e ora con la sua nuova creatura “Edizioni Volando”, hanno sperimentato e creato dei progetti di “stampa” utilizzando gli strumenti presenti in Second Life.

 L’ho incontrata un pomeriggio, e le ho chiesto, come prima cosa, a che cosa servono i libri in Second Life, e se non sia più comodo e pratico leggerli sul web, in formato e-book. La mia domanda provocatoria è stata accolta, ho la sensazione, con un certo senso di biasimo. Siamo in Second Life, mi ha detto, e le cose che creiamo qui sono parte di questo mondo, come gli edifici, gli alberi e i paesaggi. Creare qualcosa in Second Life, utilizzando gli strumenti di Second Life, è il modo con cui i residenti fanno evolvere questo mondo. Non avrebbe senso dire che è meglio un albero vero, piuttosto che quelli costruiti dai builder nel Mondo Virtuale. Così per i libri: quelli in Second Life vanno creati e utilizzati nel Mondo Virtuale. Logica inoppugnabile.

Volando mi racconta di quando, capitata per caso in una gigantesca biblioteca di una land sudamericana, le sia nata la voglia di portare in Second Life la sua passione per i libri, proponendosi, un giorno, di creare una vera biblioteca con centinaia di libri. I primi passi con “Il Faro”, insieme a Rockerduck Bogdanovich, sono stati molto promettenti, arrivando a produrre qualche decina di libri. Questa prima esperienza si è poi conclusa per motivi indipendenti dal progetto, e Volando, dopo un paio di mesi di riflessione, è passata a progettare la nuova iniziativa delle “Edizioni Volando”, che, entro il mese di settembre, verrà presentata al pubblico.

Passo allora a farmi spiegare come vengono creati questi libri virtuali. In effetti, sono oggetti che, “indossati” dall’avatar, coprono quasi l’intero schermo, consentendo una certa facilità di consultazione e di lettura. Volando mi parla di una “Macchina” che, partendo dalle note originarie, produce come risultato l’oggetto-libro che andiamo poi a sfogliare. Ovviamente, le immagini hanno bisogno di un editing esterno, utilizzando uno strumento di ritocco tipo Photoshop. Devo dire che questa macchina misteriosa mi incuriosisce molto più delle altre cose che ho appreso sull’editoria virtuale, e mi riprometto di riparlarne col “tipografo” delle Edizioni Volando, Loick Beaumont, a cui proporrò di tenere delle lezioni per insegnare anche ad altri le alchimie della “Macchina Infernale”. A questo proposito Volando mi aggiunge che, a scopo didattico, Loick ha già creato, ovviamente in Second Life, un manuale in tre lingue, e che lei è assolutamente favorevole, una sorta di “istinto dell’anima” mi dice, a condividere con gli altri quanto sta imparando e producendo. Non ha alcun senso della proprietà o della concorrenza, ma solo una grande passione, forse in parte ereditata da sua madre (scrittrice nella vita reale), che la spinge portare avanti queste iniziative e a sognare che in futuro i libri verranno prodotti in tutta Second Life da molte iniziative indipendenti.

Mi racconta poi di come occorra una grande pazienza e competenza, come tutte le costruzioni complesse in Second Life, per produrre un volume della dimensione di circa trenta pagine. Un limite questo non tecnico, ma di puro equilibrio tra l’esigenza di produrre un’opera compiuta e la dimensione ridotta che un libro virtuale deve necessariamente avere. Questo per non annoiare il lettore, spesso frettoloso e impaziente, di Second Life. Nel caso di libri di dimensione maggiore, si creano necessariamente più volumi. I libri vengono poi veicolati alla vendita, sia da vendors che da distributori automatici, i quali accetteranno i pagamenti dirottando la percentuale dovuta direttamente all’autore (tramite gli script presenti nel libro). Alla casa editrice, essendo l’impresa assolutamente “no profit”, vanno delle fee per coprire i costi di produzione e di distribuzione. Devo dire che il prezzo di vendita di questi libri, che Volando mi anticipa, a me sembra assolutamente irrisorio, visto il lavoro che c’è dietro per la loro preparazione e la produzione, ma Volando insiste sul carattere culturale dell’iniziativa, sperando almeno di coprire le spese.

Volando non si definisce “Direttrice” della casa editrice, ma “soltanto” la fondatrice, anche se, a detta dei suoi colleghi, è lei la vera anima della stamperia; lascerà quindi ad altri la gestione operativa del progetto. I collaboratori che si è scelto, che l’hanno affiancata per amicizia (ci tiene a sottolineare) sono già pronti per avviare la nuova impresa, mentre per lei questa fa ormai parte della sua vita, e il ripartire con il nuovo progetto la riempie di gioia e di aspettative.

La saluto quindi dandole appuntamento alla serata di presentazione, che avrà sia lo scopo di far conoscere a tutti questa nuova iniziativa, che quello di illustrare questa modalità di fruizione dell’editoria virtuale.

Arrivederci Volando Amat, e in bocca al lupo.

by AquilaDellaNotte Kondor

English version

Volando Amat is a person who has always had books of great care and passion in her life for her companions are irreplaceable. And ‘this is the reason why, in Second Life, his name is linked to publishing initiatives that, first printing with “Il Faro”, and now with his new creation “Volando Editions” have experienced and created projects “print” using the tools in Second Life.

I met her one afternoon and asked, first, what are the books in Second Life, and whether it is more convenient and practical to read on the web, e-book format. My provocative question was received, I have a feeling, a sense of blame. We’re in Second Life, he said, and the things that we create here are part of this world, such as buildings, trees and landscapes. Create something in Second Life, using the tools of Second Life, is the way in which residents make evolve this world. It would not make sense to say that a real tree is better, rather than those built by the builder in the Virtual World. So for the books: the ones in Second Life are created and used in the Virtual World. Logic unassailable.

Volando tells me when, by chance ended up in a giant library of a South American land, the desire was born in Second Life to bring his passion for books, presenting one day to create a real library with hundreds of books. The first steps in “The Lighthouse”, along with Rockerduck Bogdanovich, were very promising, now produces a few dozen books. This first experiment was then terminated for reasons independent from the project, volando, after a couple of months of reflection, went on to design the new initiative of “Volando Editions”, which, by the end of September, will be presented to the public.

Pass me then to explain how you create these virtual books. In fact, objects that are “worn” by the avatar, covering almost the entire screen, allowing a certain ease of reference and reading. I flew about a “machine” which, starting from the original notes as a result produces the object, then go book-browsing. Obviously, the images need an external editing, using an editing tool like Photoshop. I must say that this mysterious machine intrigues me much more than other things I learned about publishing virtual, and I plan to talk about that with the “printer” of Volando Editions, Loick Beaumont, who propose to hold lessons for teaching others the alchemy of the “Infernal Machine”. In this regard I volando adds that, for educational purposes, Loick has already created, of course, Second Life, a manual in three languages, and that she strongly supports, a sort of “instinct of the soul,” he says, to share with As others are learning and producing. There is no sense of ownership and competition, but only a passion, perhaps in part inherited from his mother (a writer in real life), which prompts her to advance these initiatives and to dream of that future books will be produced throughout the Second Life many independent initiatives.

He tells me then how we need a lot of patience and skill, like all complex structures in Second Life, to produce a volume the size of about thirty pages. One limitation that is not technical, but of pure balance between the need to produce a finished work, and the small size that have to have a virtual book. This not to bore the reader, often hasty and impatient, Second Life. In the case of larger books, you necessarily create more volumes. The books are then conveyed to the sale, either by vendors that vending machines, which accept payments diverting the percentage due directly to the author (via the scripts in the book). The publishing house, being very firm “no profit” of the fees go to cover the costs of production and distribution. I must say that the selling price of these books, which I anticipate flying, to me seems absolutely ridiculous, given the work behind for their preparation and production, but insists on flying a cultural initiative, hoping at least to cover expenses.

Volando is not defined “Director” of the publishing house, but “only” the founder, even though, according to her colleagues, she is the real soul of the printing, then leave to others the operational management of the project. Employees who have chosen that year joined for friendship (we like to stress) are ready to start the new company, while her this is now part of his life, and share with the new project fills joy and expectations.

I greet you and then giving her an appointment at the presentation evening, which will be designed to let everyone know about this new initiative, to illustrate how to use this virtual publishing.

 Goodbye volando Amat, and good luck.

AquilaDellaNotte by Kondor

Il Rod Humble pensiero, cosa dice il CEO della Linden Lab?

Diverse interviste e dichiarazioni sono state ultimamente rilasciate dal CEO della Linden Lab Rod Humble, ne riporto un link (http://www.bloomberg.com/video/71662524/) al sito della Bloomberg (uno dei più noti in campo economico e finanziario). Nell’intervista, rispondendo alle domande della giornalista, che gli chiedeva che senso ha spendere soldi reali per acquistare beni virtuali, Rod espone la sua visione della creatività in SL e dà un quadro aggiornato e ottimistico della situazione aziendale.

Le considerazioni riguardano la situazione dell’ultimo quarter, il migliore finora di sempre per l’azienda Californiana, che risulta in attivo e con una buona situazione di cassa. Dichiara anche che non sono previsti investimenti, al momento. Ricorda che circa 16.000 persone si loggano giornalmente in SL e che il valore della piattaforma sta soprattutto sulle comunità e sulla possibilità di esprimere la creatività dei residenti. Insomma, un quadro di risanamento finanziario e di ottimismo per il futuro. La mia personale impressione è che i tagli e le ristrutturazioni passate, col rallentamento della spesa in investimenti, abbiano portato l’azienda al risanamento finanziario, tuttavia, sebbene si rilevino costanti progressi tecnici (il lavoro costante di miglioramento sul Viewer2 e la preannunciata introduzione delle meches nei prossimi due mesi), ancora manca una chiara vision sul futuro di questo mezzo che, al momento, è ancora il miglior prototipo di quanto potranno diventare, nel futuro, i Mondi Virtuali). Forse dovremo attendere tempi migliori e un nuovo CEO per passare dal risanamento allo sviluppo…

Global Network

Una fantastica idea è stata realizzata in Second Life da un resident Peruviano, August Chrome, in collaborazione con la UTSA (Università del Texas – San Antonio), che possiede 4 sims in SL (http://slurl.com/secondlife/UTSA%20Roadrunner%20III/31/106/23). Una grande mappa del mondo, consente di inserire la propria collocazione geografica e di linkarsi ad altri resident già presenti. In questo modo una vera e propria ragnatela di connessioni copre tutto il planisfero terrestre. I paesi più attivi sono gli USA e l’Italia, almeno per ora. Ci sono alcuni collegamenti davvro remoti, come uno, solitario, in Siberia e due in Groenlandia. Ma molti sono presenti in Sudamerica ed Indonesia, e alcuni anche in Africa. Chi voglia connettersi ad altri resident non ha che da cliccare sui rispettivi segnalatori e chiedere il contatto, che, una volta approvato, formerà la connessione visibile sulla mappa. Dalle foto si può facilemente avere un’idea, ma invitiamo tutti a visitare la sim per verificare di persone…


“Sorgenti Aperti” e “Copie Consentite” (OpenSource/CopyLeft), proviamo a capirci qualcosa di più…

 

Le galassie OpenSource

OpenSource

Praticamente ogni giorno siamo in contatto con questi termini eppure se chiedessimo ad una persona media cosa sia l’OpenSource probabilmente risponderebbe qualcosa del tipo “sono cose gratuite” che si possono usare liberamente. E se chiedessimo cosa sia il “copyleft” probabilmente troveremmo la persona con gli occhi vacui pensando che gli stiamo chiedendo qualcosa di profondamente differente e da super-tecnici.

Eppure le parole “opensource” e “copyleft” sono interessantemente collegate. Se guardiamo su wikipedia troviamo in sintesi la seguente definizione per “open source”

Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Open_source

In informaticaopen source (termine inglese che significa sorgente aperto) indica un software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne permettono, anzi ne favoriscono il libero studio e l’apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l’applicazione di apposite licenze d’uso.
La collaborazione di più parti (in genere libera e spontanea) permette al prodotto finale di raggiungere una complessità maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di lavoro. L’open source ha tratto grande beneficio da Internet, perché esso permette a programmatori geograficamente distanti di coordinarsi e lavorare allo stesso progetto.

Come si vede il punto cardine dei concetti opensource è rappresentato dalla “licenza d’uso” e di queste licenze ne esistono veramente centinaia (per non dire migliaia) di incarnazioni. Ognuna di queste ha le sue caratteristiche specifiche che la possono rendere più o meno aderente ai concetti originari.

Le Licenze

Le licenze si suddividono grosso modo in:

  • Licenze d’uso “pure” che rispettano in modo profondo il livello di rifiuto di ogni forma di chiusura e di sfruttamento individuale o aziendale, ed è il caso delle licenze tipo GPL che vietano di fatto la commercializzazione e lo sfruttamento brutale, impedendo alle aziende di produrre software a pagamento che “contengano” codice GPL. Queste licenze vengono dette “virali” perchè nel momento in cui si decide di usarle come componenti del proprio software quest’ultimo deve essere ridistribuito nello stesso modo in cui sono distribuiti i componenti iniziali, anche se la componente GPL è soltanto una piccola parte.
  • Licenze d’uso “liberali” che consentono alle aziende di poter costruire del software che usi questi moduli, senza dover distribuire i loro prodotti finali con la stessa licenza e pertanto consentendo l’uso “commerciale” e a pagamento. E’ l’esempio tipico la licenza Apache o BSD. Si noti che con queste licenze anche se il prodotto finale è chiuso è normalmente obbligatorio dichiarare i componenti open utilizzati e spesso gli utenti finali sono obbligati comunque a scaricarsi i componenti a parte (cosa che a volte complica la modalità di utilizzo del software opensource da parte degli utenti finali).
  • Licenze d’uso totalmente “free” che consentono ogni uso senza particolari limitazioni. Non ce ne sono molte di queste licenze, ma è da qui che forse è nato l’equivoco: la gente pensa che una licenza opensource sia automaticamente di questo tipo, cosa che come abbiamo visto non è vero.
  • Licenze d’uso opensource “aziendali” provenienti da specifiche società come Oracle (vedi Java), IBM (vedi Eclipse) e la stessa Linden Lab che distribuisce in modalità “opensource” GPL il suo viewer, ma che si riserva il diritto di fare lucro e di distribuire viewer ed altre sue produzioni in altre modalità.
  • Licenze Creative Commons, che sono state concepite principalmente per proteggere e/o divulgare il diritto di autore su canzoni, testi e creazioni artistiche. Da non confondersi con le tipologie precedenti, che sono nate in particolare per gestire il software, ma che ha alcune affinità con le licenze d’uso pure.

Il CopyLeft

Va da sè che quando si usa il termine opensource gli idealisti tendono in realtà a pensare all’OpenSource “puro” quello GPL, quello che aiuta in modo disinteressato l’umanità. E questo OpenSource puro si accompagna tranquillamente con il concetto di “copyleft”, cioè la possibilità di “consentire le copie” invece che il copyright che invece cerca di proteggersi dalle copie.

Per copyleft abbiamo, da http://it.wikipedia.org/wiki/Copyleft

L’espressione inglese copyleft è un gioco di parole sul termine copyright nel quale la parola “right” significa “diritto” (in senso legale), ma giocando sul suo secondo significato (ovvero “destra”) viene scambiata con “left” (sinistra). Copyleft Individua un modello di gestione dei diritti d’autore basato su un sistema di licenze attraverso le quali l’autore (in quanto detentore originario dei diritti sull’opera) indica ai fruitori dell’opera che essa può essere utilizzata, diffusa e spesso anche modificata liberamente, pur nel rispetto di alcune condizioni essenziali. Nella versione pura e originaria del copyleft (cioè quella riferita all’ambito informatico) la condizione principale obbliga i fruitori dell’opera, nel caso vogliano distribuire l’opera modificata, a farlo sotto lo stesso regime giuridico (e generalmente sotto la stessa licenza). In questo modo, il regime di copyleft e tutto l’insieme di libertà da esso derivanti sono sempre garantiti.

Dal punto di vista etimologico pare che il termine copyleft sia nato nel 1976 a seguito della diffusione del sorgente assembler di un interprete basic “Tiny Basic”.

Le prime nove righe del codice sorgente di Tiny BASIC per il processore Intel 8080 scritto da Li-Chen Wang, professore all'università di Palo Alto (1976).

L’OpenSource di questo tipo parla in particolare di “Libertà” invece che di “Divieti”, in particolare si sottolineano le seguenti 4 libertà:

  1. Libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo.
  2. Libertà di studiare il programma e modificarlo.
  3. Libertà di ridistribuire copie del programma in modo da aiutare il prossimo.
  4. Libertà di migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio.

Le “libertà” che disturbano sono invece (schiavitù :():

  1. “Libertà” di chiudere il software e/o le proprie modifiche e di nasconderlo al pubblico
  2. Impedire che altri distribuiscano o rendano pubblici le tecniche e i modi di usarlo
  3. Cercare di rendere l’uso dei moduli talmente complesso o oscuro da rendere indispensabile una guida per risolvere i problemi
  4. Cercare di vendere a caro prezzo informazioni che sono già di dominio pubblico

NB: Non è disturbante e NEMMENO PROIBITO da molte licenze OpenSource inclusa la licenza GPL la “vendita” di oggetti o programmi aperti. Tuttavia in caso di vendita occorre comunque far sapere che il contenuto è liberamente accessibile e liberamente distribuibile. Cioè in pratica occorre LASCIARE agli altri la STESSA libertà che è stata lasciata a noi.

Il Progetto Vulcano OpenSource

Questo articolo vuole essere solo una introduzione a questo enorme universo che è la galassia OpenSource/CopyLeft e per capire quanto sia complicato e del perchè sia opportuno circoscrivere QUALE opensource si vuole. Si pensa di fare un incontro a Vulcano nelle prossime settimane per studiare ed organizzare il progetto OpenSource http://openvulcano.wikispaces.com/VulcanoOpenSource

Mentre ovviamente i concetti OpenSource sono facilmente applicabili agli script LSL che sono dei programmi, probabilmente l’estensione OpenSource/CopyLeft anche ad artefatti 3D e opere di ingegno potrebbe risultare più complicata e meritare sicuramente almeno un secondo articolo.

Chi fosse interessato al progetto che tra le altre cose prevede anche la costruzione di un “Museo degli Script” mi contatti in SL o via email salahzar@gmail.com

Salahzar

MargyeDreams e Realtà Aumentata: da RL a SL e ritorno.

Normalmente il concetto di realtà aumentata è una cosa molto differente (http://it.wikipedia.org/wiki/Realt%C3%A0_aumentata)  e rappresenta come si possano integrare attivamente elementi virtuali nel mondo di tutti i giorni. Nel caso di Carmen Auletta il mondo virtuale è invece diventato una modalità di espressione e di contatto con gli altri che ha arricchito la sua già importante esperienza di poetessa e pittrice, aggiungendo un elemento di aggregazione di un gruppo nutrito di creatori di contenuti che si sono messi alla regia di quel piccolo spettacolo che è diventata la mostra “Margye Dreams”.

La “notorietà” all’ONU e nella Comunità Europea

L’elemento curioso è che come si vede dall’articolo qui sotto, la mostra “virtuale” è stata oggetto di articoli di giornale (Il Mattino del 15 Febbraio 2011) e che le opere di Carmen sono state lette addirittura di fronte all’assemblea delle Nazioni Unite e il progetto SL è stato sottoposto alla Comunità Europea come strumento di emancipazione e di espressione per persone con disabilità.

 

SANT’ANTIMO. Cresce la popolarità dell’artista Carmen Auletta che la città di Sant’Antimo ha scoperto grazie ad una mostra organizzata a dicembre dalla Pro-Loco ma le cui poesie erano già state pubblicate in diverse raccolte. La poetessa e pittrice che da qualche anno è costretta a vivere a letto per problemi di salute, racconta la sua storia ed esorcizza il suo dolore attraverso versi che lei stessa traduce in quadri, le <<poesie dipinte>>. La sua bravura è arrivata fino al palazzo delle Nazioni Unite; Carmen è ora protagonista di un progetto che è stato presentato a Bruxelles, alla Comunità Europea.

Al centro del progetto, denominato Margye Dreams ed ideato nel 2009 da Carmen Auletta, l’importanza del web per consentire alle persone forzatamente relegate a casa di rimanere in contatto con il mondo ed aprire i propri orizzonti. Margye Dreams è la virta virtuale di Carmen Auletta che, con l’avatar Margye Riba, vive la sua esperienza parallela in SecondLife nella regione di Vulcano. La vita parallela di Carmen ha come ambientazione un letto di ospedale dove una donna vive semisdraiata con un macigno sulle gambe che rappresenta la sua forzata immobilità, ma con un grosso PC portatile. Ai piedi del letto un altro avatar, una donna che volteggia con un’ampia gonna e che rappresenta la libertà che l’utilizzo del web le consente di conquistare. Nella stanza diverse porte che rappresentano l’accesso al web attraverso i blog ed i social network. Alla realizzazione del progetto ha partecipato il gruppo PyramidCafè, nato nel 2007 che attraverso un locale virtuale promuove scambi di opinioni, circolazione di informazioni e numerose potenzialità dei mondi virtuali”.

La preparazione

http://www.youtube.com/view_play_list?p=81C5130F7A057A1F

Un piccolo stuolo di truccatori/estetiste (per vestire gli avatar “bot”), di builder (le persone che costruiscono palazzi ed oggetti in SL), di scripter (persone che danno vita agli oggetti), di organizzatori di eventi e semplici curiosi si sono aggregati quasi spontaneamente per dare la possibilità a Margye di mostrare le proprie opere in SecondLife e più precisamente a Vulcano (ricordiamo che nel maggio 2009 questa stessa mostra era stata organizzata nell’isola di Imparafacile ed aveva ottenuto un riconoscimento. La “preparazione” dell’opera è stata forse la parte più incredibile dell’esperienza ed è stata filmata da Carmen che è stata sempre molto presente ed attiva (le abilità di Carmen come “camerawoman” sono note da tempo nella comunità Italiana). Il progetto è diventato inoltre una parte essenziale della comunità Vulcano trovate la pagina descrittiva del progetto qui:

Confronta anche il progetto di Vulcano: http://openvulcano.wikispaces.com/Progetto+%3E+Margye+Dreams

 

La serata di presentazione in SL

Serata di presentazione vivida e ricca a Febbraio. Ecco un estratto della serata:

La Nave scuola che porta la mostra itinerante ed esposizione presso la presidenza del consiglio.

Per i festeggiamenti del 150esimo dalla nascita di Italia, alcuni dei dipinti saranno esposti nella nave scuola Amerigo Vespucci con il sottotitolo: “La Solidarietà prende il largo” (http://blog.libero.it/Carmelandia/9926564.html)

 

 

E inoltre i dipinti saranno presentati a maggio nella Presidenza del Consiglio Italiano.

Anche da parte mia, auguri Carmen per ulteriori successi Mondiali.

E questa è una occasione che credo possa essere replicabile per altre menti creative che provengano dalle infinite minoranze Italiane, ancora una volta, il Mondo Virtuale di SecondLife offre una discreta possibilità di espressione per chiunque abbia genio e voglia di creare. Un esempio di come la virtualità possa essere di sostegno e di sprone per la vita reale 🙂

Salahzar Stenvaag

 

Aggiornamento… Mi dice ora Carmen che una sua poesia verrà resa permanente dipinta in pirografia sul Maschio Angioino a Napoli…. Il testo della poesia è:

‘E PICCERILLE ‘E NAPULE
Criature che hanno perzo  ll’innocenza
se ‘ncontrano a migliare int’ ‘a città,
che campano cu tanta sofferenzae
nuje facimmo finta ‘e nun guardà.

S’ha dda curà sta Napule malataca
dint’ a ll’uocchie ‘e chisti piccerille,
se vede comme ll’hanno scurtecati,
pure ‘a miseria ‘e piglie pe’ capille.

‘A vera scola ‘a fanno ‘mmiezz’  ’a via,
faticano o se mettono arrubbà,
‘e truove pure int’ ‘e periferìe,
addò ‘a Camorra vene p’ ‘e sfruttà.

‘O munno ‘e vvede dint’ ‘a cartulinaca
sti criature so’  bellelle assaje,
ma ‘nziem’ ‘a pizza e pure ‘o mandulino
‘e Napule nun parlano d’ ‘e guaje.

Traduzione in Italiano:

(TRADUZIONE IN ITALIANO) I BAMBINI DI NAPOLI

Bambini che hanno perso l’innocenza
Se ne incontrano a migliaia per la città,
vivono in una grande sofferenza,
e noi facciamo finta di non guardare.

Si deve curare questa Napoli malata,
che dentro gli occhi di questi bambini,
si vede come li hanno scorticati,
anche la miseria li prende per i capelli.

La vera scuola la fanno per la strada,
lavorano o vanno a rubare,
li trovi anche nelle periferie,
dove la Camorra viene per sfruttarli.

Il mondo li vede in cartolina,
perché sono il folklore, sono belli,
ma insieme alla pizza e al mandolino,
non parlano della sofferenza di Napoli.

Harambee. Second Life for Kenia

 

Questa non è l’Africa patinata dei romanzi, né quella dei villaggi e delle vacanze di lusso, non è l’Africa del petrolio, né quella dei paradisi fiscali. Questa è l’Africa del Kenya, ma più precisamente e del progetto Harambee che abbiamo riscoperto una volta di più venerdì scorso, 4 marzo, nell’Isola Imparafacile.

Il progetto Harambee-Gwassi, nato nel 1983 a cura della “Fondazione Brownsea ONLUS”, grazie alla cooperazione tra Italia e Kenya, per raccogliere fondi per la costruzione di scuole in quella regione disagiata sulle rive del Lago Vittoria e aiutare così le popolazioni di questa parte del paese, tra le più povere del continente.

I volontari del progetto lavorano incessantemente e con grande entusiasmo e impegno, ovunque sia possibile promuovere la loro causa. Raccolgono fondi, costruiscono case e scuole di fango e sassi, che a volte crollano sotto le piogge torrenziali (“si salva solo il tetto in lamiera” racconta Loredana Loring, promotrice del progetto anche in SL) ma le ricostruiscono ancora e ancora, per dare la possibilità ai bambini di avere un’istruzione, che qui in Italia si chiama “obbligatoria” e che per loro è quasi un lusso. Gli insegnanti si avvicendano a cicli e cercano di impartire ai piccoli alunni una istruzione per quanto possibile organica e completa.

Più semplicemente: ognuno fa quel che c’è da fare. Lo dice il nome: “Harambee” in lingua Swahili significa “lavorare insieme”, come quando c’è da impegnarsi per avere un vantaggio comune, un po’ come il nostro “ooh-Issa!”, e riassume lo spirito del progetto: Italiani e Africani lavorano fianco a fianco e con uguale dignità, condividendo interventi che mirano all’autosviluppo, come si legge sul sito web.

Loredana Loring e Lotrec Oh portano avanti questo progetto in SL, nella land Bunny Isles, dove hanno ricostruito un mercatino di oggetti artigianali e dove ospitano eventi i cui proventi vanno interamente a sostenere questa causa.

Sostenuti da un nutrito gruppo di affezionati amici, che si arricchisce a ogni tappa del loro percorso, girano per land a presentare  e raccontare, fanno vedere foto bellissime e tenerissime di gioia e fatica, di impegno e armonia, di un mondo di cui i telegiornali parlano poco e comunque mai abbastanza.

L’isola Imparafacile è stata l’ultima tappa del loro viaggio e ha visto un pubblico attento e partecipe, coinvolto dalla testimonianza di Loredana che parla a braccio, racconta con amore ed entusiasmo le grandi cose che si riescono a fare con la partecipazione e le donazioni, anche piccole, perché, come usano dire loro, “poco + poco = molto”.

Molte sono state e continuano ad essere le inziative a sostegno di questa intensa attività: segnaliamo ad esempio, i concerti di EddieGuitarDagger Sheryffe, punti di riferimento per la raccolta dei fondi, oltre che occasioni per ascoltare ottima musica, e quella presentata da Mila Tatham che, insieme al gruppo Italian Taste, distribuirà dei vendor, da installare nelle land interessate, per la vendita di un otufit pensato appositamente per questo scopo e che sarà acquistabile sia nella versione completa che a singoli pezzi, per andare incontro alle possibilità di tutti i potenziali benefattori, e i cui proventi verranno interamente devoluti al progetto.

Venerdì scorso Loredana ci ha mostrato foto di un’ Africa vera, di bambini che, pur non avendo nulla, sorridono alla telecamera. E ci stringe il cuore il commento della stessa Loredana: “loro sono più felici di noi” e “dicono sempre che stanno benissimo”.

 

Questa è la molla che ci fa ricordare come siamo stati “fortunati” a nascere nella vecchia e agiata Europa, anche se subito dopo ci chiediamo: saremo stati fortunati davvero? A vedere l’entusiasmo e la serenità che certe immagini trasmettono viene davvero da chiederci se non ci stiamo perdendo qualche cosa. Non perdiamo allora l’occasione di aiutarli concretamente. Andiamo a Bunny Isles a visitiamo il mercatino o cerchiamo i vendor di Italian Taste nelle land in cui giriamo, oppure facciamo un versamento in linden o in euro, anche piccolino, e ricordiamo che “poco + poco = molto”! Harambee!

Per info sul progetto: http://www.conquistaweb.it/harambee/index.htm

Foto della serata all’isola Imparafacile: http://imparafacile.ning.com/photo/photo/slideshow?albumId=2441770:Album:23370

 

by Maryhola McMillan

I nuovi mondi crescono.

Continuando a raccontare l’epopea del popolo degli Avatar, vogliamo gettare lo sguardo su di un altro dei nuovi mondi che, basati su Open Sim, stanno facendo proliferare le Grid alternative a SL. Partiamo stavolta non dalla descrizione delle potenzialità e delle caratteristiche tecniche di questi nuovi mondi, ma da una esigenza reale, di mettere a disposizione dei cittadini un servizio vero e proprio di promozione ed assistenza turistica. Parliamo del “Virtual Tourism Project”, sviluppato Western Institute Australiano: https://www.det.nsw.edu.au/blog/101322-virtualtourism/.

Cominciamo col guardare il video che illustra le caratteristiche del progetto:

Il Virtual Tourism Project è nato per offrire consulenza nell’organizzazione e nella prenotazione dei viaggi turistici.  Dal video si possono vedere tutti gli spazi messi a disposizione dei visitatori, utilizzando quattro sim basate sulla Grid di Jokaydia e sotto l’egida del TAFE NSW (Technical and Further Education) un istituto Australiano che eroga programmi di formazione a tutti i livelli, con più di 500.000  iscritti all’anno (https://www.tafensw.edu.au/).

 

E’ un ambiente ideale per vivere, dall’interno, una simulazione di uno spazio virtuale in cui si ha l’accesso a diverse tipologie di servizi. All’arrivo si prenota un assistente virtuale, che ci guida nelle sale di attesa e nella grande sala prenotazioni. Una serie di pannelli e terminali danno l’accesso ai diversi siti web attraverso i quali si effettuano le prenotazioni reali: compagnie aeree, organizzazione del viaggio, prenotazione dell’auto, ecc. Non mancano un gift shop ed un internet cafè. Nella land c’è anche una grande sala concerti e spazi riservati ai ragazzi, perché, e questa è la caratteristica principale del progetto Jokaydia, frotte di studenti sotto i 13 anni accompagnati da insegnanti o genitori, accedono all’ambiente di simulazione messo a disposizione nella Grid.

La Grid di Jokaydia è focalizzata principalmente su obiettivi di education o artistici, è gestita da Jokay Wollongong (che ha anche quattro sim in SL), utilizzando un hosting provider. Diversi sono i residenti appartenenti a scuole o Università, da ogni parte del mondo: USA, GB, Nuova Zelanda, Peru, ecc. Nessun owner italiano, per ora, anche se diversi italiani hanno già visitato la grid.

Nell’ambiente virtuale è possibile interagire sfruttandone le caratteristiche:

Þ   Creare un vero e proprio ambiente di simulazione.

Þ   Accedere a servizi di training di elevata qualità.

Þ   Imparare, in ambiente immersivo, le regole e le tecniche per la gestione della sicurezza.

Þ   Insegnare agli altri l’utilizzo dei mondi virtuali affinchè possano replicare le esperienze

Fondamentale poi nell’education, è il coinvolgimento di docenti e discenti, utilizzando a pieno l’immersività come modello cooperativo, andando oltre i limiti posti dal’e-learning e dalla tecnologia tradizionale. Il Western Institute occupa quattro sim ed è solo uno dei progetti che hanno trovato ospitalità sulla Grid di Jakaydia (http://jokaydia.metaverseworlds.com:8002/). Per chi volesse accedervi, è possibile crearsi un avatar sul sito  (http://www.jokaydiagrid.com/) ed accedere alla grid utilizzando un viewer come Hippo (http://forge.opensimulator.org/gf/ project/opensim-viewer/frs/).

Vogliamo qui tornare a far riferimento a quelli che potranno essere i modelli di utilizzo dei Mondi Virtuali. Per un progetto come quello in cui vi abbiamo guidato, per cui è semplicemente necessaria la disponibilità di un ambiente di simulazione, per fornire servizi o fare education, è più che sufficiente una Open Sim per sviluppare le proprie soluzioni.

Un mondo come SL, in cui abbiamo land “general purpose”, spesso affollate per eventi sociali o ludici, non è affatto necessario per questo tipo applicazioni. Anzi, avere ambienti specializzati, per i soli utenti interessati allo svolgimento del servizio, è certamente di grande utilità. Inoltre, non avere i costi e le fee da pagare alla Linden lab, risulta spesso determinante, nella scelta di sviluppare tali progetti sulle Open Sim. E’ stata ad esempio questa la scelta fatta dal Museo del Metaverso che, come sappiamo, è traslocato da SL alla Grid di Craft, mentre Pathfinder ha, a sua volta, lasciato SL per trasferirsi su Jokaydia.

Ricordiamo ancora una volta, inoltre, che l’utilizzo di Hypergrid ci darà la possibilità di interconnettere tra loro le diverse grid, formando, già attualmente, un primo sviluppo del Metaverso del futuro. Su Jokaydia, tra l’altro, è ospitato il “Hypergrid Adventurer’s Club” , promosso da Pathfinder (http://becunningandfulloftricks.com/hypergrid-adventurers-club/)

Siamo dunque all’epilogo nella evoluzione di SL? Assisteremo alla sua decadenza e ad un suo progressivo svuotamento? La mia risposta è che dipende unicamente dalle scelte che farà la Linden Lab. Se SL resterà così com’è, limitandosi unicamente a migliorare il viewer e le prestazioni tecniche, il suo destino sarà segnato. E a poco servirà la promessa, ancora lontana, della portabilità su iPhone, su iPad o su Web.

Le Open Sim hanno dalla loro il vantaggio del numero, dell’indipendenza e della semplicità di gestione. La qualità tecnica evolverà, e supererà gradualmente SL. Una contro mille, non ci sarà storia. Se invece la Linden Lab capirà che è sui servizi che si gioca il suo futuro, che temi come il Marketing ed il Customer Care, la Qualità e la diversificazione dei servizi, sono vitali per una sua evoluzione, allora forse potranno guardare al futuro con qualche speranza. E’ sulla qualità e l’assistenza ai clienti che si gioca il futuro di una società di servizi.

E’ una corsa contro il tempo. L’evoluzione dei Mondi Virtuali che va avanti, inarrestabile, ed una società che molto a contribuito, in passato, a questa evoluzione, ma che ancora non riesce a trovare una sua strada. Semplice, inequivocabile, ma difficile da capire per il management Californiano.

By AquilaDellaNotte Kondor

Un altro mondo virtuale che si avvia alla chiusura? Il caso di Blue Mars

Il 14 gennaio scorso il CEO di Avatar Reality, Jim Sink, annuncia una pesante ristrutturazione  (ridimensionamento) edell’azienda e una sua focalizzazione sui mercati emergenti del toutch e del mobile (http://blog.bluemars.com/2011/01/avatar-reality-restructuring.html). Lo stesso Jim lascerà la compagnia con circa la metà del suo team. Blue Mars contava, a novembre 2010 con la versione Beta, circa 3.500 users, con 330 sviluppatori. Le stime migliori, ad oggi, parlano di non più di 5.000 utenti (http://nwn.blogs.com/nwn/2011/01/blue-mars-goes-free-ios-client.html).

Dopo l’annuncio di Jim Sink, per contrastare gli allarmismi sul futuro dell’azienda, sono venuti comunicati tranquillizzanti da parte del BM Twitter team, senza tuttavia dissipare i dubbi (http://www.youtube.com/watch?v=578wFngw6WE&feature=player_embedded).

All’inizio BM aveva destato molto interesse da parte della numerosa comunità di Avatar frequentanti SL. La grafica è ottima, anche se il software da scaricare risulta molto pesante e ogni regione va scaricata separatamente. Tuttavia, un inizio così “qualitativo” lasciava ben sperare. Purtroppo i morsi della crisi non lasciano indifferente neanche questa piccola azienda con la sua limitatissima comunità. Inoltre, non si è mai creato, per i limiti tecnologici e di usabilità, una vera e propria comunità tipo SL. Sostenere un progetto di questo tipo richiede notevoli risorse e non c’è nulla ad oggi, in questo mondo virtuale, che possa attrarre nuovi investimenti. E’ un peccato, ma anche la dimostrazione che la sola SL riesce a mantenere un business attivo in questo difficilissimo periodo. Anche la nascita di nuove comunità basate su Open Sim non mette in discussione più di tanto la solida leadership della Linden Lab, anche in questo periodo di scarse novità.

Vedremo ancora altri esperimenti nascere e fallire, prima che l’utilizzo dei mondi virtuali impatti il grosso pubblico, ma intanto l’evoluzione tecnologica da un lato, e la diffusione della banda larga dall’altro, creeranno senz’altro migliori possibilità per il futuro. Ce lo auguriamo…

Pyramid Cafè, una costola espressiva da Vulcano: tre anni di storie e di eventi.

10 gennaio 2011 3 commenti

Come accennato in un post precedente (https://virtualworldsmagazine.wordpress.com/2010/12/26/vulcano-2011-rinascita-di-un-progetto-esplosivo/) Vulcano ha generato varie esperienze collaterali fra cui pyramid cafè, che in origine era stata creata come un momento di incontro collettivo “pausa caffè” fra i costruttori di vulcano in modo da rilassarsi serenamente e creare nuove opportunità creative fra amici.

Nata a Gennaio 2008, nei tre anni seguenti, grazie alla fervente attività di Magicflute Oh, (principale mente creativa del progetto)  il gruppo si è espanso molto organizzando una serie infinita di eventi culturali di cui cerchiamo di dare una veloce rassegna a partire dalle “locandine” colorate che cliccate vi porteranno sul relativo post di descrizione (se poi navigate nel blog http://thepyramidcafe.blogspot.com/ troverete un sacco di video e altro materiale che illustrano dal vivo gli eventi streaming e il vissuto di tutti gli avatar coinvolti.

Pyramid Cafè ha rappresentato soprattutto nel suo periodo d’oro (2008-2009) un esempio unico di come le iniziative di volontariato in secondlife possano produrre degli eventi condivisi e variegati di indubbia qualità e professionalità.

Rimaniamo in attesa di rivedere presto cose simili rifiorire nella sim di Vulcano (che si sta dotando di ambienti adatti per la realizzazione di eventi, di spettacoli e di occasioni di incontro). Nel frattempo chi è interessato ad approfondire può venire alla festa del 3o compleanno di Pyramid Cafè che avverrà appunto a Vulcano martedì 11 Gennaio 2011 ore 11 di sera (quanti 11) !!!!!!

Locandina Iniziale cliccate per i video e le foto

Singolarità tecnologica

CICAP

Coorti D

CICAP 2

Incontro RL

Art for heroes a Pyramid Cafè Vulcano - Lipari

SERATA INTELLIVERSO

Cross Universe

opening Mostra fotografica di FIONA SAIMAN

Grazie Magic da Margye

Cross_uniVerse: Oggetti Percettivi

Cross_uniVerse: A.A.A. Format cercasi / META-FORMAT

Serata Intelliverso 08.02.2009 - planetario Agorà Saturnia

Incontro con il gruppo BUDDISMO ITALIA

SECOND LIFE E RELAZIONI SOCIALI incontro con la sociologa Simona Vitale

11 Marzo: Synthetic Finance con Alecx Writer

E

Cross_uniVerse Synthetic Finance part II

Psiche 2.0 : individuo, gruppo, comunicazione

Open Sim + Second Life = ?

Cross_uniVerse Synthetic Finance part III - il L$

Il Corpo 2.0:sfide, immaginario e simulacri

PAURE... non solo canzoni...

Inaugurazione Pyramid WDT Planet

Il Corpo 2.0: sfide, immaginario e simulacri - seconda parte -

Serata Intelliverso 18.05.2009 - planetario Agorà Saturnia

Ciclo di 4 lezioni sul S.O. Ubuntu-linux

Le nuove frontiere della fisica

Domenica 7 giugno 2009, AL DI LA

Festa fine stagione Pyramid a WDT Planet

Lunedì 29 giugno, ore 22 - Incontro con PRINCE PASKUA

Gymkhana per CreATTIVI

percorsi emozionali

Cross_uniVerse con Mario Gerosa a PyramidOSIta

happy birthday Pyramid Cafè

PyramiDoodle e CHROMUTATE

MOZART IN ITALIA - percorso Sloodle

PERCORSO SLOODLE - Mozart in Italia (parte seconda)

SLOODLE: COMUNICARE, CONDIVIDERE E INSEGNARE

Jaynine Scarborough: ottima musica per chiudere gli eventi Sloodle

Compleanno Pyramid Cafè 11 1 11